sabato 23 gennaio 2010

Il Cacciatore - 4

Tutto facile, fin troppo forse...
Il Cacciatore amava la lotta. Ne amava l'impegno, ne amava il rischio. Amava sentire l'adrenalina scorrergli nel corpo, amava sentire il proprio cuore (sì, ne aveva ancora uno a quanto pare...) battere velocemente.
Prendere quelle decisioni d'istinto, veloci come un battito di ciglia. Correre, scartare, puntare la propria balestra e scoccare il colpo. O, se la situazione lo richiedeva, anche nascondersi, depistare, mimetizzarsi e cogliere a sua volta la preda (perchè, sì, per lui tutti erano prede), di sorpresa.

E fu quindi con delusione che osservò la reazione dell'ultimo avventuriero. Come per i suoi compagni di ventura questi infatti non sbraitò parole di vendetta, non si scagliò contro il nemico armi in mano, non affrontò un combattimento senza saperne l'esito...

L'uomo si guardò attorno spaesato e spaventato; in terra giacevano i suoi compagni privi di vita. In mano teneva stretto un pugnale e lo puntò tremante in direzione sia del Cacciatore sia di Spaccapietre.
Iniziò ad arretrare, uno, due passi. Poi si volse ed iniziò a correre nella direzione opposta dalla quale era giunto assieme ai suoi compagni.
Via da quel luogo, lontando dal loro assalitore e dal suo malefico cane (?).

Il Cacciatore fece per imbracciare la propria balestra. Nonostante lo zigzagare irregolare della preda in fuga non sarebbe stato difficile colpirla.
Un colpo mortale alla nuca? O forse uno alla gamba per bloccarlo? Forse al suo datore di lavoro avrebbe fatto piacere un prigioniero...

"Meglio far divertire i cuccioli..." pensò tra se e se abbassando la balestra e fischiando nuovamente come aveva fatto in precedenza per attirare l'attenzione di Spaccapietre.
Ma il canide rimase lì immobile, accucciato vicino il corpo dell'orco a cui aveva azzannato mortalmente la coda.

Un altro rispose a quel fischio, con eguale velocità.

L'uomo in fuga avvertì che qualcosa lo stava inseguendo. Ansante si voltò diverse volte continuando a correre rischiando, peraltro, di mettere qualche piede in fallo e capitombolare in terra.
Fece comunque a tempo ad intravedere nella boscaglia qualcosa...
Decise quindi di non voltarsi oltre e continuare a correre, correre e ancora correre fin quando i polmoni non fossero esplosi e le gambe non si fossero spezzate.

E all'incirca fu la seconda cosa che gli capitò.
Infatti d'improvviso venne affiancato da un quadrupede. Non era lo stesso che aveva eliminato l'orco però.
L'uomo in fuga si ritrovò ad osservare le orbite vuote di un canide totalmente scarnificato.

"Oddei!" riuscì a dire un attimo prima che lo scheletrico (nel senso letterale della parola) cane lo azzannasse allo stinco.
Si udì in un baleno l'inconfondile schiocco di ossa spezzate e l'uomo, con il canide al seguito, ruzzolarono in terra per alcuni metri finendo la propria corsa contro il duro tronco di un albero.

Passò qualche secondo, l'uomo riuscì per un istante ad aprire gli occhi. Si portò la mano alla fronte dove sentì il sangue caldo scorrergli da una brutta ferita, poi volse lo sguardo in avanti e si ritrovò nuovamente ad osservare il cane fatto d'ossa che lo teneva ancora stretto nella sua morsa all'altezza dello stinco.
Sospirò pregando, forse, per la sua anima prima di svenire per il dolore.

"Bravo Spaccaossa, ottimo lavoro." disse poi Il Cacciatore sopraggiungendo, dopo qualche istante, sulla scena della caduta. "Ora puoi lasciarlo."

Spaccaossa mollò quindi la presa e scodinzolando la propria coda ossea si affiancò al Cacciatore non prima di aver dato una veloce annusata a Spaccapietra.

"Andiamo." disse infine Il Cacciatore ai suoi due fidi cani e tirandosi dietro per il bavero il corpo svenuto dell'uomo si avviò.


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